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Un messaggio con i dieci principi che portano al successo chi lo vuole

Autore: John Graz

nonviolenza

La raccolta dei libri della Bibbia è suddivisa in due Testamenti, ma esiste un solo Dio. È questa la convinzione di Stéveny nell’affrontare il tema della nonviolenza. I problemi sollevati dalla «guerra santa» del popolo d’Israele, da alcune leggi mosaiche o, semplicemente, dalla manifestazione dell’«ira» di Dio, richiederebbero un esame molto più attento rispetto alle formulazioni tradizionali con le quali i cristiani hanno cercato risposte. Dall’antica alla nuova alleanza, dal decalogo alle rivelazioni di Gesù Cristo, l’autore affronta il problema con franchezza e precisione. Permette al lettore di fare la distinzione tra la volontà di Dio e ciò che egli permette; tra ciò che egli compie e le azioni che gli uomini fanno nel suo nome. Non dimentica di esaminare il rapporto tra il cristiano e le autorità, sia secondo la parola di Gesù «date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» sia secondo l’apostolo Paolo. In breve, il prof. Stéveny fornisce un certo numero di chiavi utilissime per comprendere meglio l’Antico Testamento. Nella prima decade del XXI secolo abbiamo assistito, da una parte, a un’ondata di violenza per la soluzione di piccoli e grandi conflitti, dall’altra, a plateali richieste di perdono. I mass media pubblicano le notizie capaci di smuovere le nostre viscere e contemporaneamente cercano di blandire gli animi cercando soluzioni conciliative, spesse volte venate di finzione. S’impone quindi una riflessione per capire meglio l’essenza del Sermone sul monte e che cosa vuol dire «porgere l’altra guancia», in che modo il cristiano è impegnato nella nonviolenza attiva, in che senso l’amore anche verso i nemici riassume concretamente il messaggio rivoluzionario di Cristo. Quale deve essere l’atteggiamento del credente nei confronti della guerra? Che cosa significa veramente il comandamento «non uccidere»? I figli di Dio costruiscono la pace con la nonviolenza, perché è impensabile ritenere che possa venire qualcosa di buono dalle strategie aggressive, dalla vendetta e dalla forza. L’autore scrive: «L’espressione più radicale dell’etica cristiana è senza dubbio collegata all’amore-agape. Amare Dio, amare come Dio. Amare con lo stesso amore di Dio. Amare il prossimo come se stessi, come se fosse un altro me. Amare Dio nell’altro, amare l’altro in Dio». Georges Stéveny è stato per molti anni pastore in Francia e in Belgio prima di approdare alla Facoltà avventista di teologia di Collonges sous Salève. Come professore di teologia ha contribuito a formare alcune generazioni di pastori. I suoi ex allievi, di cui ho avuto l’onore di far parte, ricordano la sua grande capacità di riflessione filosofica e la sua grande sensibilità umana. Era un uomo di fede e un appassionato studioso della persona di Cristo Autore.











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